Rita Maierotti

RITA MAIEROTTI, nata a Castelfranco Veneto (Treviso) il 27 agosto 1876, maestra elementare, laica e libertaria, militò sin dall'età giovanile nel Psi.


Su "La difesa delle lavoratrici" dal 1° settembre 1913 al 6 giugno del 1915 pubblico a puntate "Il romanzo di una maestra" con il titolo "Pagine di vita". Nell'ottobre del 1915 vinse un concorso per le scuole comunali di Bari e divenne segretaria dell'ufficio emigrazione. Due anni dopo, nel 1917, partecipò con Gramsci e Bordiga a Firenze alla riunione della sinistra rivoluzionaria che nel '21 darà vita al Partito Comunista d'italia. Il 30 giugno 1918 sposò in seconde nozze Filippo D'Agostino, un ferroviere socialista di Gravina di Puglia, figura storica delle lotte operaie e dell'opposizione al fascismo. Nel 1921, assieme al marito, rappresentò la Puglia al Congresso di Livorno in cui si decise la Fondazione del PCd'I e successivamente intervenne a Mosca al IV Congresso dell'Internazionale Comunista. Fu l'unica rappresentante femminile fra i promotori del Comitato "Alleanza del Lavoro" che, nel 1922, con Di Vittorio e Piero Delfino Pesce, impedì allo squadrismo fascista di distruggere la Camera del Lavoro situata nel borgo antico di Bari. Dopo aver subito una feroce aggressione da parte dei fascisti che le devastarono la casa e in seguito al licenziamento da parte delle autorità comunali (era stata trattenuta per diversi giorni in carcere) fu costretta insieme al marito all'esilio, prima in Belgio e poi in Francia. Al rientro in Italia, nella seconda metà degli anni '20, venne sottoposta ad uno stretto controllo da parte dell'Ovra, mentre Filippo D'Agostino fu condannato da parte del Tribunale Speciale a diversi anni di carcere e confino. Nel corso della guerra D'Agostino fu deportato in Germania e morì nel campo di concentramento di Mauthausen.

Dopo il crollo del regime, per un breve periodo ritornò a Bari da Roma, dove si era stabilità negli anni Trenta, impegnandosi, nonostante l'età avanzata, nella battaglia per la democrazia e la Repubblica nelle fila comuniste. Fu una delle fondatrici dell'Udi (Unione Donne Italiane) e venne ricordata come la maestra che ha combattuto per il riconoscimento dei diritti delle lavoratrici.


Morì a Treviso il 30 gennaio 1960.

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